James Webb Space Telescope
A ottobre dovremmo assistere al lancio del James Webb Space Telescope, il più grande e potente telescopio spaziale mai costruito, il cui lancio nello spazio era inizialmente previsto per la fine del 2018. La NASA spera che il successore di Hubble, possa avere lo stesso impatto rivoluzionario di Hubble, lanciato nel lontano 1990.
Le principali cause del ritardo de lancio nello spazio del James Webb Space Telescope sembrano risiedere nel distacco di alcune parti del telescopio dal corpo centrale durante le prove di sollecitazione in fase di lancio.
Secondo gli esperti della commissione, nominati per indagare sull’incidente, all'origine di ciò che ha portato ad una crisi senza precedenti nella costruzione di un telescopio spaziale vi sono errori umani, eccessivo ottimismo e la complessità ampiamente sottovalutata del telescopio stesso. Il progetto del James Webb nasce da una collaborazione tra la Nasa e l'Esa, l'Agenzia spaziale europea, in quanto erede evoluto del telescopio spaziale Hubble.
Dall'inizio della costruzione, i ritardi e i problemi sono stati all'ordine del giorno, a partire dai costi - evidentemente valutati al ribasso. Circa nove anni fa, il budget iniziale di spesa era di 8 miliardi di dollari, arrivato ad essere prossimo ai 10 miliardi di dollari - sempre che non succeda altro ancora.
Il Congresso Usa stanzierà ciò che serve, anche per non perdere quanto fatto finora o per non consegnare il progetto ad altri Paesi, ma a quale prezzo? La vittima potrebbe essere l'ambizioso telescopio WFirst, che dovrebbe cercare l'energia oscura e i pianeti extrasolari.
CARATTERISTICHE E FUNZIONAMENTO
Il James Webb si compone di due parti fondamentali: lo specchio e il corpo della sonda. Il primo è da record: la sua superficie, 7 volte quella di Hubble, permette al telescopio di raccogliere le poche manciate di fotoni che ci arrivano dall'universo primordiale. Il corpo della sonda invece si compone di antenna per le comunicazioni, pannelli solari per ricaricare le batterie e propulsori per orientare il telescopio.
Lo specchio del telescopio James Webb ha un diametro di 6,5 metri, mentre lo specchio del telescopio Hubble ha un diametro di 2,4 metri. Grazie alle maggiori dimensioni dello specchio potrà raccogliere molta più luce di Hubble e, in questo modo, osservare anche oggetti nati poco dopo il Big Bang. Gli astronomi sperano di vedere e studiare quello che c'era appena 150 milioni di anni dopo la nascita dell'Universo, un "momento" di cui non conosciamo nulla, basandoci su meri concetti teorici.
Per osservare quegli oggetti il telescopio scandaglierà nell'infrarosso, perché la luce prodotta da quelle antiche stelle è stata "stirata" nel tempo a causa del loro allontanamento ed oggi si possono appunto scoprire solamente nell'infrarosso, lunghezza d'onda ottimale anche per lo studio dei pianeti extrasolari.
Per lavorare nell'infrarosso, il telescopio dovrà essere molto freddo e perciò, nello spazio, dispiegherà un ombrello gigante, grande quanto un campo da tennis, per proteggersi dalle radiazioni solari.
Per evitare che le radiazioni del Sole, della Terra e della sonda stessa scaldino il telescopio e interferiscano coi sensibilissimi strumenti, lo specchio è protetto da ben 5 fogli isolanti. Si tratta di Kapton, un materiale già usato per le tute degli astronauti, placcato a sua volta di alluminio e silicio per riflettere più radiazioni possibili.
I sottilissimi fogli si dispiegheranno solo nello spazio aperto, raggiungendo l'ampiezza di un campo da tennis. Ora che tutti i pezzi sono stati montati, saranno sottoposti a un nuovo giro di test. Il lancio, più volte rimandato, è previsto a ottobre 2021.
Questo formidabile telescopio ci permetterà di osservare l'universo primordiale e l'atmosfera di altri pianeti.
Ma, prima di diventare operativo, il James Webb dovrà raggiungere la sua lontana dimora: il punto Lagrange L2. Qui, a 1,5 milioni di Km dalla Terra, potrà scandagliare il cielo alla ricerca di indizi sulla nascita dell'universo e sulla vita aliena.
Si prevede di posizionare il James Webb a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra.